Inaugurata la mostra Caravaggio 2025 a Roma, un progetto tra i più importanti e ambiziosi dedicati a Michelangelo Merisi detto Caravaggio (1571-1610). Fino al prossimo 6 luglio 2025, le Gallerie Nazionali di Arte Antica, in collaborazione con Galleria Borghese e con il supporto della Direzione generale Musei presentano a Palazzo Barberini Caravaggio 2025, con un eccezionale numero di dipinti autografi e un percorso tra opere difficilmente visibili e nuove scoperte
La mostra offre un’opportunità unica per immergersi completamente nella sua rivoluzione artistica e culturale; opere celebri saranno esposte accanto a capolavori meno noti, offrendo una prospettiva approfondita sull’arte e sul contesto storico dell’epoca.

Tra i prestiti importanti, come il Ritratto di Maffeo Barberini, il Martirio di Sant’Orsola e il suggestivo San Francesco in estasi, emerge l’intensità e la varietà del lavoro di Caravaggio, affiancato da scoperte recenti e collaborazioni internazionali, come quelle con il Museo del Prado e il Thyssen-Bornemisza.
Caravaggio è spesso paragonato a un precursore della fotografia per il suo straordinario approccio alla rappresentazione della realtà. Utilizza un chiaroscuro drammatico, con contrasti netti tra luci e ombre, per creare profondità e intensità nei suoi dipinti, un effetto simile a quello ottenuto dai fotografi con la luce naturale o artificiale. Rifiuta l’ideale di bellezza dell’epoca, scegliendo di rappresentare i soggetti così come appaiono, con tutte le loro imperfezioni, anticipando il realismo fotografico.

Caravaggio cattura momenti dinamici e fugaci che sembrano sospesi nel tempo, richiamando il concetto di momento decisivo, descritto da Cartier-Bresson. Gli sguardi, le pose e le emozioni dei suoi personaggi sembrano spontanei, come se li avesse colti sul fatto, superando la staticità tipica delle rappresentazioni pittoriche dell’epoca.
Caravaggio, con la sua eccezionale abilità pittorica e la visione rivoluzionaria, sembra davvero aver fotografato la realtà secoli prima dell’invenzione della fotografia. Il suo approccio alla pittura può essere visto come un precursore non solo della tecnica fotografica, ma anche della sensibilità moderna verso l’immagine come mezzo per catturare la vita reale, nel suo momento più autentico.

L’uso del chiaroscuro non è solo un espediente tecnico, ma una vera e propria poetica della luce. La luce, nelle sue opere, non è casuale: è protagonista, guida lo sguardo dello spettatore, enfatizza i dettagli più significativi e lascia in ombra ciò che resta marginale. Questa gestione mirata della luce anticipa l’uso del contrasto e del controllo dell’esposizione che troviamo nella fotografia, specialmente nel ritratto e nella fotografia documentaria.

Michelangelo Merisi non è solo un pittore, ma un visionario che ha aperto la strada a un modo completamente nuovo di concepire l’arte e la rappresentazione della verità; le sue opere continuano a parlare al presente, dimostrando che la realtà, quando colta con autenticità, non ha vincoli temporali.

dp